All'alba del 1990, gli X-Men erano i fumetti più importanti e venduti nel mondo. Dalla fine degli anni 80 avevano lentamente, ma inesorabilmente, scalato le classifiche e raggiunto un punto in cui i vecchi pilastri della Marvel (Spider-Man, Avengers e Fantastici Quattro) apparivano ormai come guest nei crossover degli X-Men. Gli X-Men erano l'attrazione principale per l'industria dei fumetti e la Marvel metteva i migliori talenti possibili sulle loro serie. Uncanny X-Men divenne il fiore all'occhiello non solo dei fumetti Marvel, ma dell'intera industria dei comics. La fine della leggendaria run di Chris Claremont vide lo scrittore messo da parte e la nuova generazione di artisti superstar guidati da Jim Lee e Whilce Portacio prendere le redini dei mutanti Marvel. Nel 1991 a causa di divergenze artistico/creative con l'editor Bob Harras, che era spesso intervenuto per modificare trame di alcune storie e/o d'intere saghe, Claremont infatti abbandonò gli X-Men dopo 16 anni di gestione senza interruzioni. Tirò le fila delle proprie serie nella Saga dell'isola Muir e scrisse i primi tre numeri della nuova testata X-Men, il cui primo numero detiene il record per il maggior numero di copie vendute di un singolo albo. In contemporanea X-Factor venne rinnovata e affidata a Peter David che la rese una serie ricca di humor e riferimenti colti che contribuivano a sviluppare sia la psiche dei personaggi che il livello della serie, mentre i cinque membri originali rientrarono negli X-Men. Avvenne dunque la divisione in due squadre distinte, che sarebbero state protagoniste delle due serie principali: il Gold Team, o Squadra Oro, protagonista di Uncanny X-Men e il Blue Team, o Squadra Blu, protagonista di X-Men. Nel 1992 Lee e Portacio però lasciarono la Marvel per fondare la Image Comics. Improvvisamente ci fu un vuoto negli albi degli X-Men. Scott Lobdell assunse la piena responsabilità della scrittura su Uncanny, Fabian Nicieza su X-Men e artisti come Andy Kubert, Brandon Peterson, John Romita Jr. e Joe Madureira si sarebbero uniti a loro. I fumetti degli X-Men all'epoca non erano Claremont, ma non erano nemmeno così brutti come la loro reputazione e funzionavano ancora sostanzialmente come sotto Claremont: storie da soap opera e lunghe trame, con racconti brevi che andavano da un singolo numero a diversi che tenevano viva l'azione. Nicieza e Lobdell erano scrittori perfetti e facevano del loro meglio per mantenere lo stile che Claremont aveva inaugurato. Questa è una raccolta in volumi di grande foliazione delle storie più belle e delle migliori saghe degli X-Men degli anni 90, per riscoprire alcune gemme imperdibili di quel periodo.
Cliccare sui titoli per leggere i fumetti.